Fase 2: Alla ricerca dei nostri alleati interni
Grazie alla metafora teatrale, vi invito ad un viaggio alla ricerca degli INQUILINI BUONI DEL NOSTRO CERVELLO. Potremmo così affrontare la fase 2 con una maggiore sicurezza interna e aprirci ad una visione fiduciosa del cambiamento storico che stiamo vivendo.
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Fase 2: Alla ricerca dei nostri alleati interni

Nel testo di Mary Goulding “GLI INQUILINI DEL CERVELLO”, impariamo con ironia a liberarci di quei fastidiosi personaggi che, a contratto ormai scaduto, ancora vengono a prendersi la scena del nostro palcoscenico interno.

Questi personaggi recitano sempre lo stesso ruolo, ci creano confusione e possono renderci cronicamente infelici.

Nonostante ciò, siamo così abituati a loro, che saremmo tentati di non fare nulla, di adattarci passivamente alla loro presenza. Freud stesso lo sapeva bene, parlò infatti di resistenza al cambiamento, per indicare proprio questo meccanismo psicologico difensivo, che ci protegge dal nuovo considerato come pericoloso.

Per questo il testo ci conduce gradualmente a fare la conoscenza dei nostri nemici interni, mettendoci addirittura nei loro panni, ascoltandone la voce e il messaggio che ci portano: così, gradualmente, impariamo a riconoscere che quei messaggi erano forse importanti, ma che è giunta l’ora di cambiarli, perché la loro utilità si è esaurita tanto tempo fa.

Ora che siamo adulti è molto probabile che sia necessario dirci altro, nella nostra mente.

Così comincia la ricerca di altri personaggi da invitare sul palcoscenico della nostra mente, questa volta AFFETTUOSI ALLEATI da evocare quando ci sentiamo in difficoltà e rischiamo di “entrare nel nostro copione” ripetitivo, come diremmo noi analisti transazionali.

Nella sua etimologia alleare significa unire, legare dal latino alligare.

Un alleato ci dona un senso di unità, di legame e questo si traduce in un senso di sicurezza: ne abbiamo molto bisogno, soprattutto in questo momento, per affrontare la fase 2!

Potremmo rivolgerci alla Poesia o alla Letteratura per cercarne qualcuno, magari in un libro che ci ha colpito. Forse ci piacerebbe che il Piccolo Principe di Antoine di Saint Exupery ci facesse compagnia

oppure ci piacerebbe invitare il nonno di Kirikù del film “KiriKù e la strada Karabà”

 

 una Fata o un Elfo che potrebbero portarci questi messaggi:

TI VOGLIO BENE

TU SEI AMABILE

TU VALI E SEI CAPACE DI DIFENDERTI

Possiamo anche provare a tornare con la nostra mente a quando eravamo piccoli e a ricordare qualcuno che ci ha profondamente amati, che ci ha fatto sentire al sicuro, protetti:

La mamma che ci diceva “Ti voglio bene”,

lo Zio Giovanni che sollevandoci in aria ripeteva: “Se avessi un figlio vorrei che fosse proprio come te!” ,

o la nostra insegnante di matematica che ci ripeteva “Tu vali aldilà del voto”.

E’ un lavoro delicato, rispettoso dei tempi di ognuno, da non fare da soli, ma meglio se accompagnati da qualcuno: perfino Dante affrontò il suo viaggio in compagnia di Virgilio, se lo ha fatto lui…

Infine, se proprio non ci venisse in mente nulla, abbiamo sempre la possibilità di ricordare  alcune situazioni in cui noi stessi abbiamo voluto bene a qualcuno, lo abbiamo curato, protetto, fatto sentire al sicuro.

Ricordiamo le cose che abbiamo detto, i gesti, il tono della voce e le sensazioni che abbiamo provato.

Insomma… usiamo il palcoscenico della nostra mente e raduniamo con cura i nostri alleati affettuosi, i nostri amici:

“d’ora in avanti questi amici interni,

che ti vogliono bene,

saranno con te e nella tua mente nel lungo viaggio della tua vita”.

Buon viaggio!

Qui trovate https://www.youtube.com/watch?v=wv3e8gJJTQ8 in “Pillola video”, realizzata in collaborazione con il Teatro Oscar Desidera, l’argomento di questo articolo.

Daniela Cristofori, psicoterapeuta e artista