ARTE: anticorpi per l’anima
1665
post-template-default,single,single-post,postid-1665,single-format-standard,bridge-core-3.0.2,qodef-back-to-top--enabled,,qode-essential-addons-1.5.3,qode-page-transition-enabled,ajax_fade,page_not_loaded,qode-title-hidden,qode_grid_1200,qode-content-sidebar-responsive,qode-theme-ver-28.8,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,disabled_footer_bottom,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-6.10.0,vc_responsive

ARTE: anticorpi per l’anima

Cosa possono dire una psicoterapeuta attrice e un comico regista e attore sull’arte? Arte che abita le loro vite da sempre in forme diverse e che costituisce un terreno comune di interesse e di pratica quotidiana?

Di certo una cosa la possiamo dire, e cioè che non ci sembra possibile disgiungere la parola arte dalla parola incontro.

Guardare un quadro, ascoltare una musica, vedere uno spettacolo teatrale nel nostro caso porta lo spettatore ad incontrare parti di sé o di altre persone o altri mondi che non fanno parte della sua esperienza quotidiana. E da questo incontro nasce qualcosa. Nell’incontro c’è un contatto che ha come supporto il corpo. Ma il corpo è anche la casa della nostra psiche, è all’interno del corpo che la psiche nasce e si va formando, e quando parliamo di contatto, di tocco, possiamo parlarne in termini anche psichici. Ci sono autori che parlano di sensazioni somatiche precoci che predispongono i bambini a ricadute psicologiche: per esempio quanto sono stati toccati, accarezzati dalla madre… e questo ci dice di quanto noi abbiamo bisogno dell’altro per svilupparci psichicamente, è l’altro che dà senso a quello che siamo e questo passa dal corpo. Noi sappiamo implicitamente chi siamo, ma ne diventiamo coscienti solo nell’incontro con l’altro, allora nasce un sé psichico.

Di fronte a un’opera d’arte io incontro l’artista, indirettamente, in modo più o meno velato egli si mostra a me, mi mostra ciò che vede, ciò che sente, ciò che lo ha attraversato, incontro la sua mente, le sue emozioni. Se ci abbandoniamo al mondo dei sensi cui l’arte ci invita, in sostanza entriamo in contatto con l’artista e attraverso di lui anche con noi stessi, con il  mondo come lui lo vede. Spesso il suo sguardo ci indica strade nuove, che forse non avremmo percorso, in un cammino di continua e progressiva scoperta di chi siamo. Non è la sola cosa per cui valga la pena vivere?

Per come il mondo sta evolvendo ci troviamo oggi di fronte ad un grosso pericolo: che tutto sia predisposto e standardizzato, replicato, controllabile, verificabile, oggettivatile. Ciò che è estraneo a me, diverso da me, lontano da me non lo voglio, mi fa paura, devo difendermi. E così si alzano le barriere dell’isolamento che hanno imperversato durante il COVID ma che continuano più che mai ad invadere le nostre coscienze e le nostre vite, grazie alla tecnologia. E’ come se rinforzassimo il nostro sistema immunitario solo erigendo barriere. Ma il paradosso intrinseco nel funzionamento del nostro sistema immunitario è che per quanto io cerchi di impedire ad estranei di invadermi (batteri, virus, ecc…) riconoscendoli per poi formare degli anticorpi… devo comunque incontrarli. Cioè, per diventare immune devo prima incontrare l’altro: devo entrare in relazione.

Ecco perché l’arte è importante, perché è un medium per entrare in relazione e relazione è sinonimo di vita.

L’arte ci tiene vivi, ci dimostra che la vita è davvero, è adesso ed è eterna, è immobile e in movimento, ci scopre a noi stessi. Ci espone al dolore che non vogliamo vedere né sentire, ma facendolo, ci guarisce. Ci salva dalla malattia dilagante dell’indifferenza che è la nuova emergenza sanitaria psichica: indifferenza verso altri popoli dei quali assistiamo alla distruzione totalmente impotenti, inconsciamente complici, sempre invitati come siamo dal nostro benessere a voltare lo sguardo altrove. Ma questo non ci fa bene, non è salutare. Come possiamo lottare contro l’indifferenza? Come possiamo rinforzare il nostro “sistema immunitario psichico”? Così come è bene mangiare pesce, gamberi, tuorlo d’uovo, burro e vitamina A, fare attività fisica, limitare le bevande alcoliche ecc. forse possiamo anche introdurre nella nostra psiche, che si nutre principalmente di relazioni, qualcosa che favorisca un incontro: incontro con aspetti di sé, con la bellezza, incontro con l’altro  e con la sua storia.

Questa è la funzione dell’arte. L’arte in tutte le sue forme, la letteratura, il cinema, la poesia, il teatro non è solo un divertimento, anche quando è pura comicità. L’arte favorendo l’incontro, diventa un potente stimolo per la formazione di anticorpi per la nostra anima.

Frequentate l’arte e sarete vivi e in salute.

 

Daniela Cristofori e Giacomo Poretti