Eric Berne, 1972
Ho scelto di utilizzare l’Analisi Transazionale fondata da Eric Berne perché è una teoria dinamica e corrispondente al mio interesse per gli scambi comunicativi verbali e non verbali tra esseri umani.
Mi piace perché nasce come una terapia rivolta ai gruppi, mi permette di utilizzare le competenze acquisite negli anni della mia esperienza teatrale e perché si focalizza sulle risorse degli individui.
Uno dei concetti teorici fondanti dell’Analisi Transazionale è quello di copione, che Berne definisce “un piano di vita basato su una decisione presa nell’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli eventi successivi e che culmina in una scelta decisiva”.
A partire da questo concetto è possibile intervenire per cambiare qualcosa nel copione, adattandolo alle nuove esigenze della persona.
Secondo Eric Berne la personalità psichica è un insieme dinamico di tre stati dell’Io intesi come “un insieme coerente di pensieri, emozioni, comportamenti”.
Nello stato dell’Io Genitore pensieri, emozioni, comportamenti sono incorporati da genitori reali o altre figure autorevoli;
nello stato dell’Io Bambino risalgono all’infanzia;
nello stato dell’Io Adulto risiede la capace di elaborare l’esperienza con pensieri, emozioni e comportamenti per vivere nel qui e ora.
I tre stati dell’Io sono, in condizioni di salute, separati ma permeabili, posti sotto il controllo dello stato dell’Io Adulto integrato e attraversati da una forza energetica chiamata Physis, quella forza della natura che permette agli esseri umani di vivere e di svilupparsi.
La personalità in equilibrio dinamico si manifesta attraverso una acquisita consapevolezza, spontaneità, capacità di essere intimi e una certa eticità.
Viceversa, la personalità è in disequilibrio quando i tre stati dell’Io o almeno due di essi si presentano sovrapposti, in modo tale da determinare una contaminazione fra stati dell’Io o l’esclusione di uno dei tre.
per poter far fronte alle richieste della vita non sulla base di vecchie modalità relazionali ripetitive apprese nell’infanzia (copione), ma sulla base delle attuali richieste e attuali capacità della persona.
Per fare ciò il focus del terapeuta va alle modalità comunicative, verbali e non verbali, che la persona potrà modificare per entrare in contatto in maniera autentica con il suo funzionamento psichico e con i suoi reali bisogni.
I livelli di intervento sono molteplici, e sono sempre fondati su un contratto iniziale di lavoro con la persona.
In genere sono necessari due – tre colloqui, a distanza di circa tre settimane l’uno dall’altro, per comprendere i bisogni della persona e la natura del problema che l’ha portata in consultazione. In questi colloqui mettiamo a fuoco un obiettivo di lavoro condiviso, in base alle necessità individuali, all’età della persona e alle sue risorse.
Viene formulato un progetto terapeutico, che comprende un colloquio di follow-up dopo circa 3-6 mesi dalla fine della terapia.
Questi colloqui servono anche a capire se la persona necessita di un sostegno farmacologico temporaneo, per il quale io non sono abilitata. In tal caso mi avvalgo della collaborazione di altri professionisti competenti.
Si tratta di un percorso relativamente breve, adatto a persone che stiano attraversando una fase di vita particolarmente difficile (separazione, lutto, primo figlio, primo lavoro, per fare alcuni esempi) e che necessitano di un accompagnamento professionale atto a sostenere e dirigere le competenze della persona nello svolgimento del proprio ruolo.
La durata della terapia può variare da 6 mesi a un anno, con frequenza settimanale.
È un percorso della durata di almeno due anni. E’ indicato per persone che chiedono un cambiamento a livello delle modalità relazionali ripetitive che le hanno portate a diversi fallimenti nella loro vita personale o professionale e che abbiano una motivazione ad intraprendere un cammino approfondito per apprendere modalità di introspezione, che le aiuti a mettere a fuoco le proprie capacità e i propri limiti.
La frequenza anche in questo caso è settimanale.
A seconda dei sintomi e delle caratteristiche della persona, mi avvalgo di diverse tecniche terapeutiche, tra cui quelle corporee tratte dallo Hatha Yoga, quelle artistiche e teatrali.
Mi piace lavorare con le coppie. In questo caso lavoro in coppia con un collega uomo, e questo garantisce l’esistenza di un equilibrio nella rappresentazione dei generi, maschile e femminile.
Il modello di riferimento per il mio lavoro è quello dello psicanalista francese Caillé, integrato dalla modalità di lavoro dell’equipe coppie del Centro di Psicologia e Analisi Transazionale di Milano. Si tratta di un percorso strategico breve, della durata di 8 incontri al massimo, ogni tre settimane: due colloqui di consultazione, 6 colloqui di terapia e un colloquio di follow-up dopo 6 mesi dalla fine della terapia per vedere come la coppia ha integrato i nuovi apprendimenti nella propria vita.
Si tratta di “maratone di terapia di gruppo” adatte a chi abbia già intrapreso una terapia individuale e voglia “fare un salto” rispetto ad alcuni blocchi o sabotaggi che siano stati individuati nella propria terapia personale. Lavorare con il corpo, fare una intensa esperienza di gruppo, spesso diventa un apprendimento che si imprime nella memoria corporea diventando un avanzamento rapido nel percorso terapeutico. La forza e l’intimità del gruppo, unita alla potenza delle tecniche teatrali, fanno di questa modalità di lavoro un intervento spesso decisivo nella terapia. Il lavoro si svolge nell’arco di un’unica giornata, dalle 10 alle 17, il sabato, ed è rivolto ad un gruppo di 10 persone max. È necessario un abbigliamento comodo che permetta il libero movimento. Le persone possono accedere al gruppo o dietro mio invito o dopo un colloquio motivazionale.